In un periodo caratterizzato da forti incentivi ed agevolazioni statali, è bene chiarire
qual è la differenza tra bonus e finanziamenti. C’è ancora chi fa confusione, quindi conviene fare chiarezza una volta per tutte.
La
lista dei bonus 2022 è più lunga che mai per via delle crisi economiche e sociali dovute alla pandemia a cui si è, poi, aggiunto il conflitto russo-ucraino. L’elenco include ben 56 bonus (tra cui Superbonus, bollette, carburante, auto, mobili, asili nido, condizionatori, affitti, TV).
Con l’enorme rincaro dei prezzi ed il potere d’acquisto sempre più stringente, le famiglie italiane non arrivano a fine mese. Pertanto, il governo italiano ha previsto una serie di misure ed agevolazioni che poco e nulla c’entrano con i finanziamenti.
Differenza tra bonus e finanziamenti: iniziamo dal ‘buono’
Nel suo significato economico e finanziario,
il bonus è uno sconto su un obbligo di pagamento oppure un aumento nel diritto di incassare.
In linea generale, è un vantaggio economico, un buono, un’agevolazione che può riferirsi a vari settori. Ad esempio, in
ambito assicurativo corrisponde alla riduzione del pagamento del premio, mentre nel
diritto tributario equivale alla
detrazione (riduzione della base imponibile di un’imposta che comporta un importo minore da versare). Diversi bonus messi in campo dallo Stato italiano rientrano nel diritto tributario; vengono concessi per motivi di sostegno sociale e rappresentano una riduzione degli obblighi di pagamento. I bonus statali possono prevedere un’agevolazione in forma di detrazione fiscale, sconto in fattura o cessione del credito.
E’ un ‘buono’ anche quello segnalato o concesso da certi siti web legati allo sport e al gioco, che forniscono
l’elenco con tutte le tipologie di bonus scommesse oppure i
benefit aziendali (agevolazioni e sgravi fiscali legati a previdenza, sanità, istruzione, assistenza).
Una volta fruiti, i bonus non devono essere di certo restituiti dal beneficiario.
La differenza sostanziale tra finanziamento e bonus
Il bonus è uno sconto concesso a titolo di agevolazione che non deve essere assolutamente restituito.
Il
finanziamento, richiesto da un privato o da un’azienda per mancanza di liquidità, viene concesso da una banca o da una società finanziaria a fronte di una garanzia e di certi requisiti in base al tipo di prestito monetario da erogare.
I prestiti prevedono la
restituzione del capitale più gli interessi nei tempi stabiliti, in base al piano di rientro del contratto. La restituzione può avvenire a rate mensili, trimestrali o semestrali secondo le necessità di chi ha richiesto il finanziamento.
Attenzione: pagare in ritardo o saltare qualche rata comporta il rischio di finire iscritti nella
black list del CRIF e di risultare cattivi pagatori o protestati.
Prestiti e finanziamenti a fondo perduto: la grande differenza
I prestiti tradizionali vengono erogati da istituti di credito o da società finanziarie, mentre i
finanziamenti a fondo perduto da enti pubblici (Stato, Comuni, Regioni, UE) a seguito di un bando per incoraggiare l’attività imprenditoriale dei cittadini che non hanno la possibilità di investire. La
differenza sostanziale tra questi due tipi di finanziamenti è che quello a fondo perduto non prevede la restituzione del capitale né degli interessi o una garanzia.